IL PASTICCIO DEL CREDITO D’IMPOSTA SU STAFFETTA E QUOTIDIANO ENERGIA

Sul “pasticcio” del credito d’imposta sulle commissioni della moneta elettronica pubblichiamo [per g.c.] gli articoli comparsi in data odierna sull’argomento su STAFFETTA QUOTIDIANA e QUOTIDIANO ENERGIA:

STAFFETTA PETROLIFERA:

«Gestori al Governo: l’Agenzia Entrate ha decurtato il credito di imposta. Proclamato lo stato di agitazione, chiesto incontro urgente

la questione si nasconde tra le pieghe di una apparentemente ordinaria risoluzione dell’Agenzia delle Entrate, la 3/E del 14 gennaio. Ma l’effetto è esplosivo, comportando un probabile dimezzamento del credito di imposta per i gestori carburanti sulle commissioni per i pagamenti con carta. E così le associazioni di categoria Faib, Fegica e Figisc hanno scritto ieri sera un telegramma urgente ai ministri dell’Economia (Giovanni Tria) e dello Sviluppo economico (Luigi Di Maio), al sottosegretario Mef Massimo Garavaglia e al vice ministro Mise Dario Galli, per annunciare lo stato di agitazione, chiedere un incontro urgente e minacciare lo sciopero in caso di mancata convocazione.

In sostanza, la risoluzione delle Entrate stabilisce che i gestori possono utilizzare come credito di imposta solo i costi delle commissioni per i pagamenti effettuati con contestuale emissione della fattura elettronica, e non per tutti i pagamenti effettuati con carte di credito e bancomat. Il che, a spanne, riduce il credito del 50%.

Questo il paragrafo chiave della risoluzione: “Considerato che il credito d’imposta in argomento è stato introdotto per agevolare l’utilizzo dei mezzi di pagamento tracciabili previsti ai fini della detraibilità dell’Iva e della deducibilità dei costi, lo stesso spetta per le commissioni addebitate con riferimento alle transazioni per le quali la detraibilità e la deducibilità sono subordinate alle suddette modalità di pagamento”.

La differenza non è da poco. La relazione tecnica alla disposizione introdotta nella Legge di bilancio 2018 quantificava in 17,3 milioni di euro l’ammontare complessivo del credito di imposta, con un aumento fino a 26 milioni nel 2020. L’Agenzia, con l’interpretazione restrittiva della norma data con la risoluzione, riuscirebbe a “recuperare” dunque poco meno di 10 milioni di euro.

Nel telegramma, le associazioni dei gestori esprimono “profondo disagio e preoccupazione” per la risoluzione che “decurta ingiustamente e contro il disposto normativo il credito di imposta”. Una disposizione che si aggiunge alle “ulteriori criticità denunciate e non risolte oltreché alla drammatica onerosità e difficoltà operativa dovuta alla fatturazione elettronica”.

QUOTIDIANO ENERGIA:

Carburanti, gestori in agitazione per applicazione credito d’imposta

Faib, Fegica e Figisc contro la risoluzione delle Entrate che istituisce il codice tributo: “Decurta il bonus contro il disposto normativo”. E chiedono a Mise e Mef “un incontro urgente o sarà sciopero

Mentre non si esauriscono le criticità sollevate dai gestori sul fronte e-fattura, un nuovo elemento allarma la categoria, tornata a minacciare uno “sciopero nazionale”.

Nell’istituire il codice tributo per il credito d’imposta spettante ai gestori per i pagamenti con carta, previsto dalla manovra 2018, la risoluzione n. 3/E delle Entrate ha infatti correlato il bonus all’emissione della fattura elettronica, spingendo Faib, Fegica e Figisc a proclamare lo stato di agitazione in un telegramma all’indirizzo dei ministri dello Sviluppo economico e dell’Economia, Luigi Di Maio e Giovanni Tria, nonché ai rispettivi viceministro e sottosegretario, Dario Galli e Massimo Garavaglia.

Il passaggio del testo finito nel mirino delle federazioni, in particolare, è quello in cui si sottolinea che il credito “spetta per le commissioni addebitate con riferimento alle transazioni per le quali la detraibilità e la deducibilità sono subordinate” all’utilizzo dei “mezzi di pagamento tracciabili”.

Nella comunicazione le organizzazioni sottolineano che in questo modo la risoluzione “decurta ingiustamente” e “contro” il “disposto normativo” il beneficio. Ciò in relazione al fatto che quest’ultimo avrebbe dovuto essere applicato a tutte le transazioni con moneta elettronica e non solo ai rifornimenti dei soggetti Iva per i quali è prevista la e-fattura, il cui obbligo è peraltro partito sei mesi dopo l’applicazione del bonus (al via lo scorso 1° luglio). Una situazione che, rimarcano nel telegramma i gestori, va ad affiancarsi alle “ulteriori criticità denunciate e non risolte” sulla rete e alla “drammatica onerosità” e “difficoltà operativa” per la fatturazione elettronica.

In attesa che si chiariscano le modalità con cui il nodo potrebbe essere sciolto, i presidenti di Faib, Fegica e Figisc, Landi, Di Vincenzo e Bearzi, richiedono quindi a Mise e Mef un “urgentissimo incontro” per scongiurare un “inevitabile sciopero nazionale”.

Nota informativa
a cura della Segreteria Nazionale FIGISC - ANISA
Piazza G. G. Belli, 2 - 00153 - Roma | Tel. +39 06 586 6351 Fax +39 06 583 31724
www.figisc.it | figisc@confcommercio.it | anisa@confcommercio.it

Confcommercio

Copyright © 2014 – All Rights Reserved. Ispirato a kopatheme.com, personalizzato da Omnia Comunicazioni