TORNANO ALLA RIBALTA LE ACCISE SUI CARBURANTI?

Tornano all’attenzione della politica le accise sui carburanti.

Dopo voci, diffuse sulla stampa qualche settimana fa, che il Governo stesse considerando di finanziare altri interventi in campo socio-economico con un aumento delle accise sul gasolio o con una equiparazione con quelle sulla benzina (il Regno Unito, ad esempio, ha unificato le accise sui due prodotti sin dal 19.11.1994, quasi ventiquattro anni or sono; il Belgio, per fare un altro esempio, nell’ultimo anno e mezzo ha ridotto del 75 % il divario tra accisa sulla benzina ed accisa sul gasolio, rendendola non superiore a 3 cent/litro), non se ne era più sentito parlare.

Di accise si riparla di nuovo questi giorni in Parlamento, o, almeno, ne parla una interrogazione dell’on.le Galeazzo BIGNAMI al Ministro dell’Economia, in cui, premettendo che «sebbene la riforma attuata sotto il Governo Dini attraverso il decreto legislativo del 26 ottobre 1995, n. 504, abbia inquadrato all’interno di un testo unico l’elenco di tutti i prodotti energetici assoggettati ad imposizione secondo le aliquote di accisa vigenti nel momento di entrata in vigore del testo, non è chiaro se le accise introdotte in particolar modo nella prima metà del secolo scorso, siano ancora in vigore e catalogate secondo le voci “originarie” o più semplicemente ricomprese all’interno della fiscalità generale», chiede «quali siano attualmente le componenti dell’aliquota delle accise previste per legge e ancora attuali, quali siano quelle riferite a situazioni emergenziali o straordinarie ora cessate e se sia sempre stato assicurato, in sede di bilancio, il trasferimento di fondi per quelle destinazioni; se le accise introdotte nella prima metà del secolo scorso siano ancora catalogate all’interno di capitoli di bilancio secondo le voci di entrata “originarie” e, in caso affermativo, a quanto ammonti il costo complessivo delle accise introdotte tra il 1935 ed il 1956 attualizzato secondo l’inflazione».

L’idea che si possa calmierare il prezzo dei carburanti “scaricando” dalle attuali imposte quelle ritenute “anacronistiche” non è affatto una novità, anzi è ormai diventato un classico, non privo peraltro di qualche inesattezza.

Classica è quella dell’aumento di accisa per sostenere i costi della guerra d’Etiopia, che invece andò così: ci fu un aumento di 200 lire/quintale (da 161 a 361) istituito dal 30.08.1935, cui seguì una riduzione il 21.07.1936 di 121 lire/quintale (da 361 a 240) ed infine il ripristino – ossia la cancellazione dell’aumento! – dell’accisa a 161 lire/quintale a far data dal 12.09.1936;

Dopo la cancellazione dell’aumento, la benzina veniva a costare 2,24 lire al litro: ma provate a convertire quel valore per il coefficiente per tradurre i valori monetari di allora in valori odierni e vi verrà fuori l’equivalente di 2,40 euro/litro! Di cui il 53 % costituito da imposte. E prima della cancellazione del balzello bellico la benzina poteva costare l’equivalente di 3,99 euro di oggi, di cui il 67 % di imposte.

Una percentuale “di guerra”? Certamente, ma assai vicina a quella di oggi, quando la guerra non è più per le colonie, ma per i conti pubblici: il prezzo “Italia” benzina self del MiSE per la settimana 25 giugno – 1° luglio è di 1,632 euro/litro, di cui 1,023 sono imposte (0,7284 di accisa e 0,2943 di IVA), una quota pari al 62,67 %.

Tutto ciò premesso e narrato (con qualche “curiosità” che non guasta) tanto per ricordare che il peso delle imposte (accise più IVA) da gennaio a giugno del corrente anno 2018 è del 60,23 % sul gasolio e del 63,97 % sulla benzina, anzi del 64,54 % se si considera anche il dato, “pesato” sul totale nazionale, delle addizionali di accisa regionali.

ACCISE IVATE BENZINA – 2011-2018 – EURO/LITRO

Di prezzi ed accise in ambito europeo nel primo semestre 2018 si occupa l’elaborazione trimestrale FIGISC ANISA NEWSLETTER PREZZI N. 099/2018 del 7 luglio 2018 (pubblicazione anche questa scaricabile in formato pdf alla rubrica Prezzi & Consumi del sito nazionale).

Le osservazioni più significative del periodo sono quelle di seguito indicate:

– per il prezzo al consumo della benzina l’Italia si colloca al secondo posto, dopo l’Olanda, con 1,583 euro/litro, contro una media dei 28 Paesi pari a 1,347 euro/litro ed una media dei 19 Paesi di area euro di 1,375 euro/litro; il delta prezzo è pari a +0,237 euro/litro (+17,57 %) sulla media comunitaria a 28 ed a +0,208 (+15,11 %) sulla media comunitaria a 19 Paesi;

– per le imposte totali della benzina l’Italia si colloca al secondo posto, dopo l’Olanda, con 1,023 euro/litro, contro una media dei 28 Paesi pari a 0,801 euro/litro ed una media dei 19 Paesi di area euro di 0,830 euro/litro; il delta imposte totali è pari a +0,222 euro/litro (+27,78 %) sulla media comunitaria a 28 ed a +0,193 (+23,36 %) sulla media comunitaria a 19 Paesi;

– per il prezzo industriale della benzina l’Italia si colloca al settimo posto, con 0,560 euro /litro, contro una media dei 28 Paesi pari a 0,546 euro/litro ed una media dei 19 Paesi di area euro di 0,546 euro/litro; il delta prezzo industriale è pari a +0,014 euro/litro (+2,59 %) sulla media comunitaria a 28 ed a +0,014 (+2,59%) sulla media comunitaria a 19 Paesi;

– per il prezzo al consumo del gasolio l’Italia si colloca al secondo posto, dopo la Svezia, con 1,459 euro/litro, contro una media dei 28 Paesi pari a 1,259 euro/litro ed una media dei 19 Paesi di area euro di 1,261 euro/litro; il delta prezzo al consumo è pari a +0,200 euro/litro (ovvero +15,94 %) sulla media comunitaria a 28 ed a +0,198 (+15,76 %) sulla media comunitaria a 19 Paesi;

– per le imposte totali del gasolio l’Italia si colloca al secondo posto, dopo il Regno Unito, con 0,881 euro/litro, contro una media dei 28 Paesi pari a 0,673 euro/litro ed una media dei 19 Paesi di area euro di 0,682 euro/litro; il delta imposte totali è pari a +0,208 euro/litro (+30,78 %) sulla media comunitaria a 28 ed a +0,199 euro/litro (+29,20 %) sulla media comunitaria a 19 Paesi;

– per il prezzo industriale del gasolio l’Italia si colloca al tredicesimo posto, con 0,579 euro/litro, contro una media dei 28 Paesi pari a 0,585 euro/litro ed una media dei 19 Paesi di area euro di 0,579 euro/litro; il delta prezzo industriale è pari a -0,006 euro/litro (-1,13 %) sulla media comunitaria a 28 ed è coincidente con la media comunitaria a 19 Paesi;

– per le imposte di base (accisa + IVA sull’accisa) sulla benzina l’Italia si colloca al secondo posto, dopo l’Olanda, con un importo di 0,889 euro/litro, contro una media dei 28 Paesi pari a 0,684 euro/litro ed una media dei 19 Paesi di area euro di 0,716 euro/litro; il delta imposte di base è pari a +0,205 euro/litro (+29,92 %) sulla media comunitaria a 28 ed a +0,173 (+24,11 %) sulla media comunitaria a 19 Paesi;

– per le imposte di base (accisa + IVA sull’accisa) sul gasolio l’Italia si colloca al secondo posto, dopo il Regno Unito, con un importo di 0,753 euro/litro, contro una media dei 28 Paesi pari a 0,548 euro/litro ed una media dei 19 Paesi di area euro di 0,561 euro/litro; il delta imposte di base è pari a +0,205 euro/litro (+37,45 %) sulla media comunitaria a 28 ed a +0,192 (+34,27 %) sulla media comunitaria a 19 Paesi;

– per le accise sulla benzina l’Italia si colloca al secondo posto, dopo l’Olanda, con un importo di 0,728 euro/litro, contro una media dei 28 Paesi pari a 0,562 euro/litro ed una media dei 19 Paesi di area euro di 0,591 euro/litro; il delta accise è pari a +0,166 euro/litro (+29,54 %) sulla media comunitaria a 28 ed a +0,137 (+23,18 %) sulla media comunitaria a 19 Paesi;

– per le accise sul gasolio l’Italia si colloca al secondo posto, dopo il Regno Unito, con un importo di 0,617 euro/litro, contro una media dei 28 Paesi pari a 0,451 euro/litro ed una media dei 19 Paesi di area euro di 0,464 euro/litro; il delta accise è pari a +0,166 euro/litro (+36,81 %) sulla media comunitaria a 28 ed a +0,153 (+32,97 %) sulla media comunitaria a 19 Paesi;

– per l’IVA sui due prodotti, l’Italia si colloca sopra le medie comunitarie, con un’aliquota del 22,00 %, contro una media dei 28 Paesi pari ad un’aliquota del 21,46 % ed una media dei 19 Paesi di area euro pari ad un’aliquota del 20,84 %.

ACCISE IVATE GASOLIO – 2011-2018 – EURO/LITRO

Che le accise nazionali italiane siano elevate non è una novità almeno dal 2011: al punto da incidere in media da gennaio 2011 a giugno 2018 per il 93 % della differenza del prezzo al consumo sulla media comunitaria per la benzina e per il 96 % per il gasolio.

E dal dicembre 2011 (il mese degli aumenti “mostro” delle accise del Governo Monti) al giugno 2018, il prezzo italiano della benzina è stato mediamente più elevato di quello della media comunitaria europea di 24,5 cent/litro e quello del gasolio di 22,6 cent/litro: la ragione è che le imposte nazionali sono state più elevate della media comunitaria europea di 23,7 cent/litro per la benzina e di 22,7 (ossia OLTRE il delta prezzo) per il gasolio.

Nel corso degli anni interi 2011-2017 al primo semestre 2018, in Italia l’accisa ivata (cioè la somma di accise e di IVA sull’accisa, esclusa l’IVA sul prezzo industriale) sulla benzina è passata da 0,717 euro/litro a 0,889 (+0,172 euro/litro e +23,99 %), mentre nella media dei Paesi dell’Unione di valuta euro è aumentata da 0,659 a 0,716 euro/litro (+0,057 euro litro e +8,65 %) e nella media di tutti i Paesi dell’Unione è aumentata da 0,632 a 0,684 euro/litro (+0,052 euro/litro e +8,23 %); in Italia l’accisa ivata sul gasolio è passata da 0,550 euro/litro a 0,753 (+0,203 euro/litro e +36,91 %), mentre nella media dei Paesi dell’Unione di valuta euro è aumentata da 0,481 a 0,561 euro/litro (+0,080 euro litro e +16,63 %) e nella media di tutti i Paesi dell’Unione è aumentata da 0,484 a 0,548 euro/litro (+0,064 euro/litro e +13,22 %), come evidenziato nei grafici allegati più sopra.

E questa è non una vecchia storia, ma una situazione attuale e perdurante: e se l’avventura bellica d’Abissinia finì, non così ancora quella della guerra dei conti pubblici.

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